Nuova classificazione della Malattia Parodontale (Parodontite)

Una malattia subdola… come possiamo fermarla insieme!

Non Tutti sanno che esiste una nuova classificazione delle malattie parodontali e peri-implantari.

Questa classificazione é basata sulla più recente evidenza scientifica e prevede una distinzione in base al LIVELLO ed alla GRAVITÁ.

Tali parametri indicano la severità e l’estensione della malattia, tendendo conto da quanto tempo si è manifestata e prendendo in considerazione anche le condizioni di salute generale del paziente.

Per la prima volta viene definita scientificamente la condizione di “salute parodontale” e la parodontite viene descritta e codificata in quattro “Stadi”, da uno Stadio 1 (meno grave) ad uno Stadio 4 (più grave).

Il rischio individuale e l’andamento della malattia vengono inoltre suddivisi in tre categorie, dal Grado A (quello a minor rischio di progressione) al Grado C (maggior rischio di progressione). Questa divisione in “Gradi” prende in considerazione fattori di rischio individuali come il fumo o eventuali malattie concomitanti (ad esempio, il diabete).

Purtroppo i pazienti da soli non riescono a capire la gravità di questa malattia che procede silenziosa e con pochissimi sintomi nei primi stadi. Si può manifestare sanguinamento gengivale allo spazzolamento, che é un segno di malattia “attiva” in quelle zone, ma spesso non c’é dolore.

Un Altro segno può essere il retrarsi delle gengive (le recessioni gengivali), i denti sembrano più lunghi, scalzati, in realtà é la manifestazione del riassorbimento dell’osso e delle gengive, i denti sono sempre meno stabili fino ad avere mobilità, spesso comunque senza dolore.

Per eseguire una diagnosi parodontale completa vanno fatte una cartella parodontale ed un esame radiografico endorale completo. Nella cartella parodontala si registrano valori fondamentali come la profonditá delle tasche parodontali (PPD - sono le zone dove si annidano i batteri e che i pazienti non possono detergere), le recessioni (REC - sono le zone di detrazione della gengiva, cioè le zone di radice scoperte), la mobilitá, il sanguinolento al sondaggio, e da tutti questi valori il livello di attacco clinico (CAL -  questo valore é il riferimento della perdita effettiva ed é essenziale per la diagnosi).

La nuova classificazione serve per unificare il mondo scientifico nella terminologia e nella comprensione di questa malattia e delle alternative terapeutiche.

Terapia che inizia con fasi non chirurgiche che mirano alla disinfezione delle tasche parodontali e all’istruzione individualizzata dei pazienti ad una corretta igiene orale domiciliare, successivamente si passa alla fase chirurgica della terapia che mira alla correzione dei difetti causati dalla malattia stessa.

Nei casi avanzati, lo stadio 4 della nuova classificazione, si evince la necessità di riabilitazioni complesse, ossia rimettere i denti persi é necessaria per un corretto riequilibrio e stabilizzare la bocca in se.

Scendendo maggiormente in dettaglio uno dei dati che emerge consiste nella possibilità di stabilire un sistema di staging e grading della malattia parodontale, sul modello impiegato da anni in ambito oncologico.

Lo staging (stadiazione in italiano) riprende i concetti di severità ed estensione, introducendo il dato della difficoltà di trattamento di ogni singolo paziente e superando i vecchi concetti di parodontite cronica e aggressiva.

Sono previsti i seguenti 4 stadi di patologia:
I: parodontite iniziale
II: parodontite moderata
III: parodontite severa con potenziale perdita dentale
IV: parodontite avanzata con estesa perdita dentale e potenziale esito in edentulia che necessita di trattamento riabilitativo complesso.

Al fine di fornire un inquadramento del singolo paziente, lo stadio deve essere incrociato al dato del grading, che indaga la velocità di progressione della malattia, la risposta a trattamento precoce e gli effetti sulla salute sistemica.

Sono previsti 3 gradi A, B e C, corrispondenti rispettivamente a velocità di progressione ridotta, moderata ed elevata.

Oggi non esiste una cura farmacologica vera e propria ma questa malattia che porta anche complicazioni sistemiche a livello dell’intero organismo DEVE essere combattuta e l’unico modo per farlo consiste nell’affidarsi alle cure di un professionista come il Dr. Puglisi che con le sue competenze ed abilità potrà aiutarvi a fermarne la progressione.

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Dottor Puglisi

12 giugno 2020


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